Tutto scorre...

di: Valentina Taddeo

Ci sono momenti nella vita in cui fermarsi, riflettere e dare spazio a nuove idee diventa essenziale.

Ed è proprio ciò che è accaduto a me in questo periodo.

Si dice che il tempo sia un galantuomo. Io, però, lo immagino come un grande contenitore in cui riversiamo emozioni, stati d'animo e pensieri. Con il tempo, questo contenitore si riempie, finché le scorie di negatività non iniziano a strabordare, liberandoci attraverso un flusso che rinnova energia e vitalità. È un ciclo, con una durata unica ogni volta.

A volte c’è più buio che luce. Altre volte, solo buio. Ma arriva sempre il momento in cui quella nuova energia ripulisce il contenitore, rigenerandolo e rendendolo pronto a ripartire.

Ho aspettato pazientemente che il mio contenitore si svuotasse, raccogliendo ogni energia e ogni emozione vissuta nelle ultime settimane. Settimane intense, segnate da decisioni importanti: cambiare città dopo quasi sette anni, tornare nella mia città d’infanzia, solo per ripartire con una nuova vita.

Questa successione di eventi mi ha fatto capire il vero valore del tempo. Seguendo lo spirito del film "La ricerca della felicità" con Will Smith, definisco questo momento della mia vita: ricostruzione.

Per me, è una sorta di anno zero. Il mio Capodanno personale.

Quando si può ricostruire? Quando dentro e intorno a te ogni certezza del passato sembra crollare. Ma invece di opporsi a ciò che non si può cambiare, ci si siede - quasi come sulla riva di un fiume - in attesa che il tempo scorra, portando via ciò che non serve e rivelando ciò che vale la pena trattenere.

Tuttavia, il semplice fluire del tempo non basta. Serve il nostro impegno costante. Perché quel contenitore non può riempirsi passivamente; dobbiamo nutrirlo noi, attivamente, con nuove esperienze, nuovi interessi e nuovi sogni.

Questi sogni, però, non devono necessariamente essere legati a un’altra persona.

Prima di tutto, dobbiamo diventare la "persona giusta" per noi stessi. Altrimenti, rischiamo di ricadere ciclicamente nelle sabbie mobili dell’emotività ogni volta che la vita ci mette alla prova.

Spezzare questi cicli è possibile. Richiede tempo, ma soprattutto la volontà di scomporre e ricostruire il nostro puzzle interiore, mettendo insieme i pezzi in modo più sano, più forte, più duraturo.

Non commettete l’errore di sentirvi "indietro" rispetto agli altri, anche se ora vi sembra di non avere nulla di concreto tra le mani. Concedetevi il privilegio di costruire una relazione profonda e autentica con voi stessi, senza attendere che qualcuno venga a chiedervi:
"Di cosa hai bisogno?"

L’esercizio più potente da fare ogni giorno è fissare piccoli obiettivi e, una volta raggiunti, congratularvi con voi stessi. Perché ogni passo avanti, anche piccolo, è un progresso rispetto a ieri. E passo dopo passo, si traccia un nuovo percorso.

Dedicate del tempo a voi stessi. Create una lista di cose che vi rendono felici e seguitela, aggiungendo continuamente nuovi elementi. Coltivate una routine appagante, con attività fisiche, un bagno caldo la sera, musica energizzante o podcast che arricchiscano la vostra mente. Stringete nuove amicizie, leggete nuovi libri, guardate nuovi film. Ogni piccolo gesto contribuisce a trasformare quel contenitore, rendendolo dinamico e in evoluzione.

Non è necessario sapere subito dove andare o cosa fare. Non occorre guarire immediatamente ciò che ancora fa male.

Le cose belle richiedono tempo e lentezza.

E anche quando tutto sembra fermo, ricorda: stai comunque andando avanti.