Il buio seduce, la luce abbaglia...

di Valentina Taddeo

 

Quanti di noi, da bambini, temevano il buio, incapaci di addormentarsi senza scorgere un filo di luce calda o un rifugio sicuro in cui abbandonarsi serenamente?

Da piccoli, quella luce non era solo un conforto: era una necessità. Avevamo bisogno di vederla per sentirci protetti, lontani dall’ignoto che si nasconde nell’oscurità, al di là di ciò che i nostri occhi potevano cogliere.

 

Ora che siamo adulti, invece, ci accorgiamo che ciò che ci rassicura è cambiato.

Per tutti inizia nello stesso modo, ma poi la percezione evolve, seguendo percorsi unici per ognuno di noi.

 

Ho incontrato persone che preferivano il buio alla luce, non solo per raccogliersi, ma per trovarvi un senso di pace.

 

E quante volte ci siamo sentiti dire che siamo "troppo": troppo dolci, troppo comprensivi, troppo sensibili?

In altre parole, troppo "luminosi".

Eppure, quante volte ci è capitato di incontrare una persona gentile, educata, affabile, ma senza quel pizzico di "buio", quel lieve mistero che rende qualcuno intrigante anziché prevedibile?

 

Ecco perché, da adulti, il buio seduce mentre la luce, talvolta, acceca.

 

Il mondo degli adulti è pieno di contrasti.

 

Dicono che siamo attratti da ciò che rispecchia ciò che siamo in un determinato momento della nostra vita. Per questo, chi porta dentro di sé il buio tende ad attrarre il buio, e chi custodisce la luce, la luce.

 

A volte, due persone si incontrano, si amano, e costruiscono una relazione riconoscendosi come opposti, uniti da frammenti comuni di luce e buio.

Il buio che li lega alimenta una chimica intensa, ma se non c’è abbastanza luce per bilanciare quella connessione, uno dei due rischia di sentirsi sopraffatto, svuotato. E, spesso, succede che uno amerà per due, combatterà per due, finché non si accorgerà che dall’altra parte manca la luce necessaria a sostenere entrambi. E così, cadranno. Insieme.

 

Dentro ognuno di noi convivono una parte di buio e una di luce.

Col tempo, le esperienze, le delusioni e le ferite contaminano quella luce pura che avevamo da bambini.

Quella luce che non conosceva paura e si nutriva solo dell’amore.

 

E così, crescendo, ci lasciamo attrarre dal buio, perché non sappiamo più riconoscere la luce.

Ci copriamo gli occhi per addormentarci.

Ci leghiamo a chi condivide le nostre stesse ombre, perché i raggi di sole, improvvisamente, ci sembrano troppo intensi, quasi accecanti. Qualcosa da consumare a piccole dosi.

Ma non dovrebbe essere il contrario?

Non dovremmo respirare a pieni polmoni quella luce, anziché temerla e ridurla sempre più?

Restare avvolti nel buio, nella sua apparente comodità, ci spinge a vivere in modo statico. Non soffrire ha un prezzo: rimanere fermi, inaccessibili, impermeabili a ogni raggio di luce.

 

Se vi trovate davanti a una persona così, chiedetevi: quel buio condiviso basta a rendervi felici?

Non importa quanto la vita ci abbia sporcati o quante macchie scure portiamo dentro di noi.

Non abituarti a vederti solo attraverso quelle ombre.

 

Cerca qualcuno con cui condividere il buio ma, soprattutto, con cui celebrare la luce.

Trova qualcuno che non faccia del buio l’unico luogo in cui abitare.

 

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Commenti

Gerry
un anno fa

O forse due persone sono destinate a brillare in cieli diversi fatti di ombre e luce, di quiete e tempesta, non della stessa materia ma della stessa sostanza.

Valentina
11 mesi fa

Probabilmente è così, ma gli incontri non sono mai del tutto casuali...